Ep. 59: 10 gennaio 2022 - Carsovagando: Monte Ermada

Anello del Monte Ermada da Medeazza

Una bella giornata.. il sole non si vedeva da tempo! E da tempo volevo visitare la zona del Monte Ermada approcciandola dal pasesino di Medeazza. Abbiamo già esplorato un po’ il territorio: l’Ostri Vrh, il Monte Cocco ed il Monte Ermada stesso, ma vi sono tantissime cose da vedere tra queste piccole cime dove si è combattuto durante la Prima Guerra Mondiale.

Dalla cima del Monte Ermada

Avvicinamento

I percorsi più diretti per il Monte Ermada partono da Malchina o da Ceroglie e nelle giornate festive sono piuttosto affollati. Un’alternativa può essere la partenza dalla dismessa stazioncina ferroviaria di Duino-Timavo oppure da Medeazza, come abbiamo scelto stavolta.

Il piccolo borgo carsico di Medeazza sorge isolato alle pendici dell’Ermada; è raggiungibile percorrendo una strada (SP34) che sale dalla località di San Giovanni di Duino.

Lasciata la Strada Statale 55 (in questo tratto Strada Regionale) che porta da San Giovanni di Duino a Gorizia, si percorre la strada per un chilometro e mezzo prima di raggiungere Medeazza; sembra di essere su una strada di montagna.

Nel paese non vi sono molti posti dove parcheggiare; all’inizio delle case è più facile. Ma anche se piccolo, il borgo offre due aziende agricole e due “osmice” dove potersi rifocillare. 😋

Giornata lavorativa e nessuno in giro: parcheggiato all’inizio del percorso!


Da Medeazza alla Grotta del Conte

Alla fine dell’asfalto si imbocca un largo sentiero (CAI 3) che percorre in piano una zona di terreni agricoli. Poco dopo si incontra un bivio con numerose indicazioni.

Le indicazioni al primo bivio

Noi abbiamo svoltato a sinistra, continuando sul comodo sentiero, dapprima in falsopiano e poi in salita. Dopo 1,7km (dalla partenza), siamo arrivati ad un incrocio, proprio sulla linea di confine. È giunto il momento di girare a destra.

Procediamo in leggera salita

Qui abbiamo svoltato a destra

Abbiamo seguito per un po’ il sentiero prima di giungere ad una piccola cavità con delle indicazioni..

Attenzione: è ora di svoltare!

A questo punto, dobbiamo girare a destra, imboccando un piccolo sentiero in salita. L’ascesa non è molto agevole a causa delle tantissime foglie bagnate e sdrucciolevoli. Petra naturalmente va sù e giù con scioltezza: ha quattro zampe motrici!

Facile fare gli sbruffoni con la trazione integrale!

Ad ogni modo, guadagniamo quota. Alla fine della salita, ci troviamo su una specie di crinale. Il navigatore suggerisce di girare a sinistra per raccordarci su altri sentieri, ma noi proseguiamo dritti per arrivare - in qualche centinaio di metri - alla radura della Grotta del Conte.

Siamo ad un’ora di cammino, dopo 2,5km dalla partenza.

La radura della Grotte del Conte


La Grotta del Conte

La Grotta del Conte (Grafova Jama) è una delle numerose cavità naturali della zona che sono state sfruttate militarmente dalle truppe austroungariche nella Prima Guerra Mondiale.

La grotta, come altre, è stata adattata dai soldati; questa serviva come rifugio e luogo di riposo. Furono aggiunti altri accessi oltre a quello naturale; nella parte superiore furono edificate delle terrazze in cemento (zona riposo), mentre la parte inferiore fungeva da latrina.

La cavità si sviluppa per quasi 230m, con 5 accessi complessivi; poteva ospitare sino a 500 soldati.

Alcuni ingressi sono ostruiti, ma comunque ho rinunciato alla visita sotterranea per la troppa umidità (bagnato & fango = ☹️).

Una delle entrate

Grotta del Conte


Dalla Grotta del Conte al Monte Ermada

Dopo una sosta nella radura della grotta, riprendiamo la strada, svoltando a destra rispetto alla direzione da dove siamo arrivati.

Sfioriamo l’Anticima del Monte Ermada (284m) e pieghiamo a destra.

Continuando sulla dorsale, passiamo accanto ad un blocco di cemento. Suppongo si tratti di una costruzione successiva alla Grande Guerra: le truppe austroungariche non avevano postazioni visibili e quindi bombardabili sul lato esposto.


Il monolite di cemento

Subito dopo uno scavo da trincea ed in un attimo siamo sulla vetta dell’Ermada, circa mezzo chilometro dalla grotta.

L’arrivo alla cima


 Il Monte Ermada

Il Monte Ermada (323m), chiamato anche Hermada, Cerreto, Querceto e Grmada (in sloveno) fa parte di una serie di piccole cime che - stante la loro posizione strategica sulla strada per Trieste - furono fortemente presidiate dalle truppe austroungariche nel corso della Prima Guerra Mondiale, in particolare nella decima ed undicesima Battaglia dell’Isonzo. Nonostante gli attacchi dell’esercito italiano, le postazioni non furono mai espugnate, con perdite pesantissime da ambo le parti.

Per ricordare quel tragico periodo, è stato istituito il Museo all’aperto del Monte Ermada, una sorta di itinerario che permette di visitare i resti delle postazioni difensive austroungariche, quali trincee, postazioni e cavità naturali adattate a rifugi o depositi.

La vetta del Monte Ermada

Panorama dalla cima

È la prima volta che Petra ed io siamo da soli sulla cima dell’Ermada. Il sole (finalmente) e la temperatura gradevole invitano ad una sosta rilassante per ammirare il panorama.. ma.. non siamo proprio soli: alcune belle farfalle ci fanno compagnia!

Sosta sull’Ermada

Abbiamo compagnia..

Uno sguardo verso le montagne..

Dal Monte Ermada alla Grotta sul Monte Ermada

Scendiamo nella direzione opposta. Il sentiero è largo e ci fa perdere rapidamente quota. Circa 250m ed arriviamo ad un incrocio.

Girando a sinistra, la via più diretta per arrivare al paese di Ceroglie (il percorso di solito più affollato); proseguendo dritti, possiamo sempre arrivare a Ceroglie con un percorso un po’ più lungo.

La via diretta per Ceroglie all’incrocio

Ma noi svoltiamo a destra, imboccando un piccolo sentiero in salita. L’ascesa termina presto e la traccia, sempre più labile, inizia a scendere nel bosco. Il percorso si fa un po’ accidentato e scivoloso.. procedendo a naso, arriviamo ad una cavità, a 200m circa dall’incrocio precedente.

..navighiamo un po’ a vista..

La Grotta sul Monte Ermada

Ci imbattiamo quindi per caso nella Grotta del Monte Ermada, una delle tante cavità presenti in questa zona. Come altre, anche la Grotta del Monte Ermada presenta una parte artificiale risalente alla Grande Guerra, non visibile in superficie.

La cavità presenta due ingressi, con uno sviluppo totale di 35m ed una profondità di 14m. Evitando il piccolo pozzo, sarebbe possibile esplorare una parte della grotta.. ma l’umidità già notata in precedenza qui la fa da padrona; evitiamo quindi di ridurci a due figure di fango e proseguiamo il nostro cammino.

Il bollino del Catasto Grotte

Speleo-Petra in azione

Una delle entrate


Dalla Grotta sul Monte Ermada a Medeazza

Ancora un breve tratto in discesa, poi il sentiero inizia a salire. Il bosco lascia il posto ai cespugli. Seguiamo la traccia comoda sino ad una specie di sella, dalla quale scendiamo verso le pendici del Monte Cocco.

Siamo in vista del Monte Cocco

Arriviamo ad un incrocio.. prendendo a destra, seguiremmo l’itinerario previsto verso il Monte Cocco.. ma vista l’ora un po’ tarda, opto per andare dritto, con un percorso che percorre tutta la base del Cocco.

..scegliamo la strada più comoda

Il sentiero è comodo e largo (a parte le ampie pozzanghere, che Petra non si fa sfuggire). Una breve salita e poi una leggera discesa che ci porta alle Case Coisce.

Case Coisce

Ogni volta che passo, trovo dei lavori nuovi.. adesso, un branco di asini pascola o prende il sole tra le rovine delle costruzioni, un tempo tenuta agricola e poi postazioni dell’esercito austroungarico.

Un po’ di tepore!

Proseguiamo per un tratto sul largo sentiero che digrada verso il mare.. ma dobbiamo poi riprendere un sentiero in leggera salita per raccordarci al percorso originario. Qualche centinaio di metri, e ci troviamo nei pressi di un capanno di caccia.

Qui il sentiero, che offre una bella vista verso il vallone, diventa scosceso. Le foglie bagnate ed il fango non aiutano.. Petra, al solito, procede rapida ma io sono costretto a rallentare per evitare scivoloni.

Panoramica erta in discesa

Alla fine della discesa, troviamo un sentiero più largo e comodo.. lo seguiamo sino a trovare l’incrocio passato all’andata.

Ripreso il sentiero percorso all’andata, mancano solo qualche decina di metri per raggiungere l’asfalto e l’automobile.

Un ultimo sguardo verso il mare, manca poco..

 Riepilogo

In questa escursione abbiamo percorso 6,94km con un dislivello complessivo in salita ed in discesa di circa 200m. Ci abbiamo impiegato 3h20 (soste incluse) contro poco più di 2 ore teoriche nette.

Link al file .gpx su Komoot.

Ho trovato una bella descrizione con dettagli ed il file .gpx su GO FVG, però consiglio di effetture il percorso in senso orario come abbiamo fatto noi (è più facile da allungare o ridurre nella seconda parte).

File .gpx

The Movie











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