Ep. 105: 12 e 19 maggio 2024 - Carsovagando: Monte Babiza

La scuola radioattiva, le grotte di guerra, i marinai del Carso ed il monte che guarda il mare..

Un “fritto misto” di spunti per una passeggiata che dai boschi di pino nero ci porta sino ad una piccola vetta con vista sul mare, partendo da una scuola in rovina e passando per due grotte utilizzate dagli austroungarici nella prima guerra mondiale.

Noi abbiamo suddiviso il percorso in due minigite per problemi di tempo ma la brevità dell’itinerario si presta ad una sola uscita.

La Grotta di Guerra del Monte Babiza

Avvicinamento

Nella zona vi sono numerosi sentieri e sono possibili diversi approcci, ma noi abbiamo scelto il percorso più breve che parte da una ex-scuola lungo la SP1, tra gli abitati di Santa Croce ed Aurisina.

Dalla località di Prosecco si prosegue lungo la SP1 sino a raggiungere e superare l’abitato di Santa Croce. Si continua per circa 400m sino a vedere sulla sinistra una fermata dell’autobus ed un attraversamento pedonale, tra gli alberi si intravede una costruzione in abbandono.

Svoltando a sinistra si imbocca uno sterrato dove è possibile parcheggiare.

Alla sinistra della costruzione c’è uno spiazzo dove parcheggiare

Percorso 1: L’ex-scuola di Santa Croce e la Jama na Babci

L’edificio diroccato che vediamo tra gli alberi era in origine una delle numerose scuole fatte costruire dalla Lega Nazionale verso la fine dell’ottocento per diffondere e mantenere la lingua italiana. Fu costruita nel 1894 su disegno dell’arch. Guido Polli con uno stile elegante più simile ad una dimora signorile che ad un edificio scolastico. Con giardino e mensa, fungeva da scuola, asilo infantile e scuola professionale: ospitava tre corsi per allievi scalpellini (la zona contava numerose cave in attività); fu oggetto di modifiche alla fine del secolo e negli anni trenta-quaranta.

La facciata della scuola

Le informazioni sugli eventi successivi sono frammentarie e reperite su diversi siti, con qualche incongruenza..

Nel corso della prima guerra mondiale ospitò un comando austroungarico (per questa ragione,  probabilmente, le grotte limitrofe furono in parte riadattate ad uso militare); si trovano poi riferimenti alla Scuola media statale “Claudio Suvich”, evidentemente dopo la prima guerra mondiale in quando Suvich cadde in combattimento sul Podgora nel luglio 1915.

Si nota la scalinata d’ingresso

Negli anni venti diventa proprietà del comune di Trieste e la troviamo intitolata a Ferruccio Suppan, volontario triestino caduto nel 1916; negli anni successivi, viene menzionata come succursale della scuola media di Prosecco (sino alla fine degli anni ottanta) e successivamente Scuola media di Santa Croce Fran Levstik (in lingua slovena).

Il soffitto crollato

Nel 2001 vennero rilevati elevati livelli di gas radon e l’edificio fu in seguito utilizzato solo per attività occasionali (supporto per istituti scolastici della zona in ristrutturazione e centro estivo). Nel 2007 l’ex Scuola Suppan viene dichiarata “bene di interesse culturale”; infine, nel 2009 un incendio (di origine dolosa) devastò la struttura, da allora lasciata in uno stato di completo abbandono.

Sebbene le mura perimetrali siano tutto sommato in discrete condizioni, l’interno dell’edificio è in rovina ed il tetto è del tutto crollato; la “visita” può non essere sicura.. noi ci siamo limitati ad una rapida occchiata da fuori.

L’interno della scuola

Lasciata la scuola ed il suo vasto giardino incolto (ed assediato dagli alberi, che all’epoca della costruzione non erano presenti), dallo spiazzo dove avevamo parcheggiato imbocchiamo un sentiero in direzione sud est.

Dal parcheggio imbocchiamo un sentiero

Lo seguiamo per circa 140m prima di fermarci e dare un’occhiata attorno.. la grotta che stiamo cercando dovrebbe essere alla nostra destra, poco distante. Un sorta di trincea attrae l’attenzione; decido di imboccarla.

Dal sentiero vediamo una sorta di trincea

In realtà, non è una trincea, ma un vero e proprio dedalo di trincee attorno alle due entrate della grotta.. ma lo scoprirò solo dopo aver vagato per qualche centinaio di metri (e non abbiamo percorso tutto il reticolo).

Percorriamo le trincee che si sviluppano per centinaia di metri

Finalmente, in fondo ad una discesa, vediamo l’ imboccatura di una cavità!

Dalla trincea l’accesso alla grotta

La Jama na Babci o Grotta di Guerra del Monte Babiza - censita al Catasto Speleologico Regionale al n. 4894 (link alla scheda) - si sviluppa per 79m con un dislivello di 10m.

L’entrata della cavità

Non sono riuscito a reperire altre informazioni sulla cavità, ma mi riprometto di aggiornare questa sezione non appena sarò in grado di farlo.

Dalla trincea scendiamo verso il primo accesso alla Jama na Babci; come al solito, lascio lo zaino e prendo la torcia, mentre il speleo-cane sta già esplorando il sottosuolo.

Scendiamo nella cavità

Continuiamo in discesa dentro la grotta prima per una china poi svoltando sino ad arrivare ad una saletta finale.

Continuiamo ad esplorare
Ben visibili gli adattamenti fatti

Poco prima, un’apertura sulla destra ci porta all’aperto. Parzialmente ostruita, doveva essere l’accesso principale alla grotta.

L’entrata parzialmente ostruita

Ci troviamo una sorta di canyon dalle pareti molto alte; di fronte ancora una cavità che esploriamo in poco tempo.

Più che una trincea, un canyon!
Un’altra cavità che si esaurisce in una piccola sala

Risaliamo sino a ritrovarci nuovamente nel reticolo di trincee.. dovendo tornare all’altra entrata dove avevamo lasciato lo zaino, stavolta evitiamo di seguire i tortuosi percorsi dei fossati e saliamo ancora a livello del suolo. Recuperato lo zaino, proseguiamo il cammino riprendendo il sentiero (svoltando a destra).

Tornati sul sentiero, lo imbocchiamo verso destra

Dopo poco più di 100m troviamo un bivio; svoltiamo a destra. E così pure al bivio successivo (180m scarsi).

Al primo bivio a destra

..ed anche a quello successivo

Poco più di 80m per arrivare ad una sorta di incrocio, dove continuiamo dritti. Ancora un’ottantina di metri per arrivare a scorgere il mare. Vedo sulla destra un piccolo sentiero che procede nella direzione giusta (Monte Babiza) e mi faccio tentare.

Il mare è quasi in vista

Purtroppo la traccia si perde e quindi ci ritroviamo a vagare tra pietre ed arbusti in cerca di un passaggio comodo per prendere il sentiero che raggiunge la cima del Monte Babiza.

La traccia si esaurisce..

Vaghiamo un po’ tra pietre ed arbusti

Alla fine, dopo 240m arriviamo ad un sentiero.. ma si tratta del CAI n. 1! Non è la strada giusta, ma l’ora si è fatta tarda e quindi, dopo una sosta, svoltiamo a sinistra ed iniziamo il rientro verso il parcheggio.

Alla fine, sbuchiamo sul Sentiero CAI n.1

Procediamo comodamente per poco più di 250m, arrivando vicini alla dolina che ospita l’Abisso Claudio Cocevar. La grotta ha uno sviluppo di 132m e la notevole profondità di 150m; è formata da una serie di pozzi con alcuni passaggi disagevoli; viene descritta come fangosa e pericolosa per la presenza di frane e massi instabili (link al Catasto Speleologico Regionale).. non è certo una cavità adatta a noi!

Proseguiamo lungo il CAI n.1

Al bivio, svoltiamo decisamente a destra, abbandonando il CAI n. 1 per un sentiero più piccolo.

Svoltiamo a destra su un sentiero più piccolo

Ora procediamo rapidi ed in 290m arriviamo alle spalle della ex-scuola e subito dopo allo spiazzo dove avevamo lasciato l’automobile.. abbiamo clamorosamente mancato il Monte Babica e quindi ritorneremo per completare il percorso!

Procediamo rapidi: in breve arriviamo dietro alla ex-scuola

Percorso 2: La Grotta presso la Scuola ed il Monte Babiza

Iniziamo l’escursione passando la scuola e cercando una dolina a qualche centinaio di metri a nord est. Per un primo tratto su sentiero, poi la traccia si perde e continuiamo a vista sino a raggiungere il bordo di una dolina.

Imbocchiamo un sentiero dietro la scuola (a destra)

Scendiamo verso il fondo; sulla nostra sinistra vediamo l’ingresso della Grotta presso la Scuola di Santa Croce. La cavità, censita al n. 4891 del Catasto Speleologico Regionale (link alla scheda), si apre sul fianco di una dolina vicina alla ex scuola della Lega Nazionale di Santa Croce.

L’accesso alla grotta delimito da mura

La grotta ha un dislivello di 3m ed uno sviluppo di 8m; sono visibili due muri all’accesso della cavità, molto probabilmente risalenti alla prima guerra mondiale, quando la vicina scuola ospitava un comando asburgico.

L’interno della cavità

Un cunicolo in salita al termine della grotta

La visita non ha richiesto molto tempo, anche perché l’aria umida della dolina e la fitta vegetazione davano un certo senso di oppressione.

Guadagniamo l’uscita

Ripercorriamo parte del percorso sino a raggiungere il sentiero dove giriamo a destra. Per un tratto seguiremo lo stesso sentiero fatto in senso contrario nella prima escursione, sino al bivio con il Sentiero CAI 1 (200m scarsi), dove giriamo a destra.

Arriviamo sul CAI n.1 e giriamo a destra

Seguiamo il n. 1 per 140m, poi svoltiamo a sinistra su un piccolo sentiero.

Lasciamo il CAI n.1 prendendo un sentiero a sinistra

Poco più di 50m e ci immettiamo su un altro sentiero, girando a sinistra.

Ci immettiamo su un altro sentiero, girando a sinistra

Il percorso ora procede un po’ in salita, il fondo è decisamente roccioso ed il panorama inizia ad aprirsi verso il mare alla nostra destra. Anche le nuvole si aprono e passiamo dalla primavera all’estate in un batter d’occhio!

Il sentiero prosegue in salita

Quasi 320m di pietre (e naturalmente salvia) prima di arrivare sulla rocciosa sommità del Monte Babiza.

Pietre, scotano e mare.. Carso!!!

Il Monte Babiza - Babica (o Babca) raggiunge appena i 219m di altezza, ma offre una magnifica visuale panoramica verso il mare.

Dalla cima del Babiza

Si trova sopra il c.d. Sentiero della Salvia o Strada della Salvia, che viene riportato anche come Sentiero Weiss. Mi fu detto che il percorso originario del Sentiero della Salvia era sopra il largo e comodo tracciato odierno, proprio il tratto che stiamo percorrendo. E mi risulterebbe che il Sentiero Tiziana Weiss si trovi presso il Passo della Pura, mentre in loco esiste la Vedetta Weiss.. ma corrette o meno siano le attuali denominazioni di questi percorsi, resta il fatto che si tratta di panoramici e facili itinerari da non perdere!

La pietrosa cima del monte

La visuale sul mare, dicevamo.. dell’ampia vista se ne accorsero anche gli austroungarici e nel giugno del 1915 vi istallarono una stazione di segnalazione (alcuni dei muretti a secco tuttora visibili facevano parte della postazione). La stazione era presidiata dal Battaglione da Sbarco Trieste (Seebaitallon Triest o Seebaon Triest), un corpo speciale della Marina Imperiale deputato alla difesa costiera costituito appositamente nel settembre del 1914 dall’ammiraglio barone Alfred von Koudelka (citato anche come vice-ammiraglio o grande ammiraglio o contrammiraglio in alcune fonti), importante figura del conflitto nella zona di Trieste (è stato pubblicato un libro biografico “Rotta su Trieste” tratto dai suoi diari).

Il battaglione era composto da marinai  non imbarcati, idea che venne forse copiata dall’Italia dopo la disfatta di Caporetto: fu costituito il Reggimento Marina, che negli anni diventerà il Reggimento San Marco della Marina Militare.

Successivamente, su suggerimento di Rudolf Edler von Chavanne (alto ufficiale dell’esercito in pensione che si occupò della formazione di tutti i fucilieri volontari dell’impero) nel Seebaon Triest fu inquadrato (nella III Compagnia) anche il Corpo dei Giovani Fucilieri Volontari di Trieste (Freiwillige Jungschützenkorps Triest), formato per lo più da studenti.

Forse il muro a secco faceva parte della postazione..

La sosta sulla vetta è stata brevissima: il sole si fa decisamente sentire e le rocce ne riflettono il calore; decidiamo pertanto di effettuare la sosta una volta a riparo nel bosco e quindi scendiamo dall’altro versante del Babiza lungo un sentiero decisamente meno impegnativo di quello che ci ha portato in cima.

Ancora uno sguardo dove mare ed orizzonte si fondono..
.
Proseguiamo e presto iniziamo la discesa

Dopo 220m quasi sempre in discesa (più o meno marcata) incrociamo un sentiero dove giriamo a sinistra. Ed appena troviamo un posto adatto, la sosta rinviata.

Karren..

..e naturalmente salvia!

Alla fine della discesa dal Babiza svoltiamo a sinistra

Rinfrancati e soprattutto reidratati riprendiamo il cammino. Dopo 100m un incrocio, dove ritroviamo il CAI n. 1. Proseguiamo dritti, ignorando le possibili deviazioni, per circa 270m sino ad un bivio dove giriamo a sinistra.

Rinfrancati riprendiamo il cammino

Procediamo rapidi (è il percorso fatto all’andata nell’ escursione precedente), passiamo vicini alla Grotta del Monte Babiza ed arriviamo all’automobile in 260m.

Nell’ultimo tratto passiamo accanto alla grotta

Riepilogo

Nella prima breve escursione abbiamo percorso 1,77km con un dislivello positivo di 30m e negativo di 20m. Il file .gpx dell’itinerario è disponibile su Six paws walks, il nostro profilo Komoot.

Il primo percorso

Nella seconda uscita, 1,91km con un dislivello positivo di 30m e negativo di 20m. Anche questo itinerario è presente su Six paws walks.

Il secondo percorso


Il filmato



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