Ep. 54: 21 novembre 2022 - Carsovagando: Nivize!

Monte, Castelliere & Grotta!

Mi ero ripromesso, dopo l’ultima visita al Monte Lanaro, di tornare a vedere con calma il Monte Nivize e la vicina Grotta Francesco. Quindi, approfittando di una bella mattinata (anche se fresca) e soprattutto della giornata lavorativa (che equivale di norma a zero persone sui sentieri), zaino in spalla e cane al guinzaglio.. e via!

Nivize nell’età del bronzo

Sulla vetta del Nivize


Come arrivare

Il percorso più diretto parte dal parcheggio (Pač) sopra Repen.

Dalla piazza del paese (raggiungibile da Opicina o da Prosecco) parte il Sentiero CAI 24 che conduce sino alle pendici del Monte Lanaro; non dobbiamo fare altro che seguirlo lungo le vie del borgo e lungo la salita in pavè sino a giungere ad uno slargo dove parcheggiare (di solito comodamente, alla domenica un po’ meno).

L’alabarda all’inizio della strada asfaltata


I quartieri di Repen

Per arrivare al punto più comodo per la partenza, devo scendere e poi risalire. E passare attraverso il mio quartiere.. eh, già.. quartiere, perchè Repen è uno dei pochissimi borghi carsici ad essere suddiviso in quartieri (ku’te: angoli, cantoni)! Non abbiamo vie o piazze; le case ricevono il numero civico in base alla loro costruzione, quindi sono sparsi per tutti il paese (un incubo per postini e corrieri!).. però abbiamo quattro ku’te!

Io sono fortunato: abito nel Nebješke Ku’t, ovvero l’angolo paradisiaco! Ma per saperne di più, potete visitare il sito web del comune: Monrupino - Repentabor.. altrimenti, aspettate che Petra ed io vi portiamo in giro per questo piccolo grande comune!

..angolo paradisiaco

I “quartieri” di Repen


Dal Pač alla Grotta Francesco

Dal Pač si inizia seguendo la strada asfaltata (costruita dagli americani nel primo dopo guerra, è parte del percorso del Sentiero CAI 24).

Sulla destra un avvallamento usato come poligono di tiro dall’esercito (sempre meno di frequente) e come terreno di pascolo per mucche e cavalli ci fa compagnia per un lungo tratto.

La strada asfaltata, con autobotte per gli abbeveratoi dei pascoli

Dopo meno di un chilometro, si arriva ad un “piazzale” dove termina l’asfalto e dal quale possiamo prendere tre diverse direzioni: a destra, un sentiero ci porta verso il CAI 3 e ci permetterebbe di raggiungere il paese di Voglje in Sovenia; diritti, ancora verso il CAI 3 in direzione Monte Lanaro ed infine a sinistra continuando lungo il Sentiero CAI 24. Si procede in quest’ultima direzione, iniziando a salire.

Questo per la descrizione.. in realtà ho fatto un altro percorso, prendendo il primo sentiero a sinistra dalla strada asfaltata e percorrendo un tratto poco battuto che risale nel bosco parallelo alla strada; mi sono poi ricongiunto al Sentiero CAI 24 qualche centinaio di metri dalla fine dell’asfalto.

La piccola radura alla fine del percorso alternativo, a destra si arriva al CAI 24

A questo punto, seguiamo in salita il Sentiero CAI. Lo percorriamo per circa 400m prima di giungere ad un bivio. Il CAI 24 prosegue a sinistra, ma noi svoltiamo a destra per un comodo sentiero che attraverso il bosco e con alcuni scorci verso la Slovenia (nascosti dalla vegetazione) ci conduce in 500m, dopo tutta una serie di saliscendi sempre morbidi, alla prima tappa della nostra minigita, la Grotta Francesco.

Il comodo sentiero

Attenzione: sulla destra si scende per un paio di metri per arrivare alla grotta

La Grotta Francesco

La grotta - n.ro 1745 del Catasto Grotte FVG - è dedicata a Francesco “Checo” Stradi che fu un appassionato studioso della preistoria nelle nostre zone. La targhetta a ricordo, posta nel 1990, fu successivamente rimossa.

Si presentava parzialmente ostruita e fu esplorata solo quando la zona - visti i ritrovamenti nella Grotta sul Nivize - fu considerata rilevante dal punto di vista archeologico (qualche anno dopo, per la precisione: nel 1969).

Fu scoperta una cavità interessante: con un dislivello di 63m ed uno sviluppo di 167m, la grotta presentava, dopo uno scivolo iniziale ed un pozzo interno di quasi 20m, una vasta caverna con ulteriori sviluppi. Nella grotta furono rinvenuti anche resti animali e successivamente anche umani nonché frammenti di vaso del periodo del ferro e romano.

“Mappatura” del Catasto Grotte

Non avevo intenzione di addentrarmi nella grotta, ma solo di percorrere un tratto della discesa prima del pozzo. Quindi, tolgo lo zaino, prendo la torcia elettrica (e nel dubbio, anche quella frontale) e supero i primi massi di fronte all’entrata.. per trovare altri massi e detriti che ostruiscono del tutto l’accesso alla cavità!

L’entrata della Grotta Francesco

Di fatto, mi ritrovo nella stessa situazione dei primi speleologi che esplorarono la grotta: una cavità seminascosta la cui entrata era bloccata!

Rileggendo Dante Cannarella trovo, nella sua guida dedicata al Monte Lanaro, che “dalla parete esterna a monte dell’ingresso si sono recentemente staccati alcuni blocchi che, rotolando verso l’accesso, lo hanno quasi ostruito”. La prima edizione del libro risale al 1990!

L’accesso è del tutto ostruito!

Un po’ deluso (ma le gite sul nostro Carso sono fatte anche di questo.. non è una terra docile!) scatto qualche foto ricordo e risalgo la piccola erta per riprendere il cammino.

..non ci resta che risalire 😢

Dalla Grotta Francesco al Nivize

Ritorniamo sul sentiero e procediamo ancora in salita. Dopo poco arriviamo all’intersezione con il Sentiero CAI 3.


La nostra meta diventa visibile

Incrocio con il CAI 3

Procediamo ancora per 200m scarsi prima di trovare una traccia a destra, proprio all’inizio di una piccola salita. È giunto il momento di abbandonare il sentiero.

Proseguendo, saremmo subito giunti - alla fine della piccola salita - alla Sella dei Bucaneve e da lì verso il Monte Lanaro.

Qui bisogna lasciare il sentiero

La traccia, a tratti comodissima ed a tratti un po’ nascosta, ci fa risalire il fianco del monte; in poco tempo, arriviamo ad un piccolo pianoro che segna il limite sud del Monte Nivize.

Ormai ci siamo

Dal limitare della vasta cima, verso la Slovenia (Alpi Dinariche)


Il Monte Nivize

Il Monte Nivize (da Nijvice, “Piccolo Campo”, 523m), con la sua vasta vetta, offre un panorama aperto verso la Slovenia (quasi sempre celato dalla vegetazione), mentre sulla parte italiana permette di vedere le altre “cime” della zona.

Le sue principali “attrazioni” non sono però di natura paesaggistica: vi si trovano infatti un castelliere ed una grotta.

Mentre guardo dal limitare sud le Alpi Dinariche, non so ancora che mi trovo proprio sulla seconda cinta del castelliere!

Per prima cosa, decido di raggiungere la “sommità” del monte, quindi mi incammino lungo la dorsale in leggera salita. Nel farlo, passo accanto ad un avvallamento circondato da pietre. Lo ignoro, continuando sino al punto che il navigatore sostiene essere la vetta, segnalando 526m.. siccome sono su una roccia e tengo l’apparecchio in mano, direi che potremmo esserci..

..ci dirigiamo verso il punto più alto..

Un piccolo selfie (uno dei rari) e poi mi metto alla ricerca dei resti del castelliere e della grotta.

Selfie di vetta 😁 io sono quello dietro al filo d’erba ed al cane!

Ritorno sui miei passi e decido di scendere nell’avvallamento.. in fin dei conti, sarebbe stato il posto ideale per costruire un riparo, visto che da nord arriva una brezza fresca (e quindi una bella bora 🌬).

Al centro, facciamo una sosta. Acqua e snack per Petra ed una sigaretta per me. Mentre fumo seduto su una pietra, mi guardo attorno.. la piccola dolina ha una forma quasi regolare.. e tutte le rocce attorno che sembrano mura.. mura? In effetti.. e poi tra le rocce in alto vedo un bollino rosso/argento.. la “timbratura” di una grotta.. mi ricordo di aver letto che la grotta è all’interno della cinta muraria.. sono quindi seduto al centro esatto del Castelliere di Nivize!

Alla ricerca del castelliere


Il Castello dei Pagani

Pare che il nome originario fosse Ajdovski Grad perché sulla cima del monte si ergeva un maniero covo di feroci briganti. Alla fine, le autorità locali (forse i Conti di Duino) posero sotto assedio il castello, lo espugnarono e lo rasero al suolo (di quei tempi, possiamo supporre che la giustizia nei confronti dei masnadieri fosse più che sommaria).

Ma non fu rinvenuto l’ingente bottino che forse avrebbero nascosto.. i cacciatori di tesori però avevano la vita dura: i fantasmi dei ladroni infestavano la zona. Almeno, lo fecero sino a quando il parroco di Aurisina riuscì ad esorcizzarli e scacciarli per sempre.

Da notare che il tesoro avrebbe dovuto trovarsi in una cavità all’interno del castello.. che si sia trattato proprio della Grotta di Nivize?


Ajdovski Grad


Il Castelliere del Nivize

Il Castelliere del Monte Nivize era a doppia cinta muraria: una prima cinta di forma circolare alla quale era addossata un’ulteriore cinta sul versante meridionale. La prima cinta misurava circa 150m mentre la seconda 300m.

Castelliere di Nivize (da archeocartafvg.it)

Gli scavi hanno permesso di rinvenire una grande quantità di materiale archeologico dal periodo del bronzo recente a quello del ferro. Non sono però stari reperite le strutture delle case (di norma la prima parte era in pietra), ma va detto che la zona - in alcuni punti - fu privata delle pietre, arata e coltivata.

Parte delle poderose mura

Quindi, ricapitolando: ci troviamo nella seconda cinta muraria, dove sorgevano le capanne; al limitare sud della vetta eravamo all’apice della seconda cinta. Sopra di noi, verso la cima del monte, si ergeva la prima cinta.

La dolina

Ancora tracce di mura

Mi soffermo ancora un pò per ammirare il sito prima di salire verso la grotta. La cinta dovrebbe avere un “doppio” giro di rocce grandi, il cui spazio veniva poi riempito con pietre più piccole e terra, con spessore sino a 3/4 metri, ma è evidente che in molti punti, con il passare dei secoli, la cinta abbia ceduto.

Suppongo avranno sfruttato la conformazione naturale

La Grotta del Nivize

La Grotta sul Castelliere del Nivize - n.ro 1896 del Catasto Grotte FVG - si sviluppa per 77m, con una profondità di 17m.

Era già conosciuta alla fine dell’ottocento (resti umani e qualche moneta) ma solo nel 1965 fu esplorata appieno grazie alla rimozione dei detriti che la ostruivano appena dopo il primo pozzo.

Vi furono rinvenuti i resti scheletrici di una ventina di persone, proprio alla base del primo pozzo. Questo fece supporre che fossero stati gettati dall’alto, ma a tutt’oggi non vi sono spiegazioni (tumulazione, esecuzione..).

Dal basso verso l’alto

Dal fondo della dolina del castelliere ci avviciniamo alla grotta, posta sul ciglione nord-est. La piccola entrata si trova tra le rocce, ma subito si intuisce il pozzo iniziale.

L’apertura della grotta

Faccio allontanare Petra (di solito è prudente, ma non si sa mai..) giusto il tempo di dare un’occhiata e fare qualche foto; non sono attrezzato per poter esplorare la cavità.

Accesso alla cavità

Il pozzo è ben visibile

Lasciata la grotta, torniamo sul pianoro sud e percorriamo la “strada” che conduceva al castelliere in discesa per tornare sul Sentiero CAI 3.


Dal Nivize al Pač

Scesi dal Nivize, prendiamo a sinistra  in discesa il CAI 3. Dopo circa 170m, il sentiero si biforca con una decisa svolta a sinistra. Lo imbocchiamo continuando quindi lungo il tracciato del 3.

Gli alberi si fanno più fitti e la pendenza più marcata; alla nostra sinistra abbiamo le pendici del monte dal quale siamo da poco scesi.

La discesa lungo il CAI 3

Dopo poco la discesa diventa più morbida. Piccoli avvallamenti e piccole radure si alternano di fianco al sentiero, il tutto ricoperto da un fitto tappeto di foglie. Un tratto particolarmente rilassante.

Continuando a scendere

Perdo un po’ di tempo a cercare due grotte che risultano sulla mappa digitale.. ma non trovo la Grotta del Monte Lanaro (Jama Čencišče) nè la Grotta Nonno Pian.. decido di chiuderla qui con le cavità: oggi evidentemente non è giornata! Anche perché avevo già perso del tempo prima alla ricerca della Grotta dei Partigiani (non lontana dalla Grotta Francesco) al cui interno trovavano rifugio i membri della Resistenza. Ma non finisce qui; ritorneremo!

Proseguendo, dopo una minuscola sella, arriviamo ad un bivio. A destra, si può arrivare al Sentiero CAI 24, ma noi proseguiamo lungo il CAI 3 a sinistra.

Sempre lungo il CAI 3

Dopo poco, facciamo un bellissimo incontro a quattro zampe.. pardon, zoccoli! Mi fermo qualche minuto ad accarezzare il cavallo, ma lui sembra più interessato al contenuto dello zaino che alle “coccole”!

Un bellissimo incontro

Il tratto seguente del sentiero, molto comodo, ci porta in 500m ad un bivio, al quale noi proseguiamo dritti (nell’altra direzione, saremmo arrivati in Slovenia, passando accanto ad una casermetta diroccata nel bosco). Ancora qualche centinaio per giungere ad un ulteriore bivio.

Qui il Sentiero CAI 3 svolta a sinistra, ma noi proseguiamo dritti ed arriviamo ad una vasta radura, forse la più bella della zona. La attraversiamo e percorsa un piccolissima salita, sbuchiamo nel “solito” spiazzo dove incrociamo il CAI 24 ed inizia l’asfalto.

La radura lungo il sentiero

Da questo punto, sono circa 700m di strada per tornare al Pač, dove ci aspetta l’automobile.

La valletta che costeggia la strada.. quasi arrivati!


Riepilogo

Con tutta calma abbiamo percorso quasi 6km, con 150m di dislivello in salita ed in discesa. Tempo totale (includendo le soste) 2h3/4.

Escursione rilassante, senza difficoltà. Punti d’acqua non presenti.

File .gpx


Trailer



Full Movie



Principali fonti utilizzate

Dante Cannarella, “Itinerari carsici: Il Monte Lanaro”, Ed. Italo Svevo

Sito internet del catasto storico grotte della Commissione Grotte Eugenio Boegan

Elio Polli, “La Sella dei Bucaneve” su Rivista “Alpinismo Triestino” n. 123 anno 22, edita da Associazione XXX Ottobre

Sito internet Carso Segreto

Pino Guidi, “Storie e leggende del Carso e delle sue grotte”










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