Ep. 52: 12 novembre 2022 - Alpi Carniche: Laghetti di Zoufplan

 Impressioni di Novembre 

Prima di un’altra sosta “tecnica” delle escursioni ☹️ e prima della neve ❄️ (ammesso arrivi), volevo fare una bella gita panoramica in quota.. destinazione: i laghetti del Zoufplan.

Il..lago maggiore!


Avvicinamento

Il punto di partenza per l’escursione è il Pian delle Streghe, sopra la località di Cercivento (Paluzza).

Dall’autostrada E55/A23 in direzione Tarvisio, prendere l’uscita Carnia/Tolmezzo in direzione Tolmezzo (SS52). Da Tolmezzo seguire le indicazioni per Arta Terme e Paluzza su SS52bis.

Oltre Arta Terme, dopo 7km, prima di arrivare a Paluzza, svoltare a sinistra (indicazioni Cercivento/Ravascletto). Attraversato il ponte sul Torrente But, proseguire sino all’incrocio a T e svoltare a sinistra e subito dopo a destra in Via di Sot. Dopo circa 800m, prendere a destra (indicazioni per cimitero,  Monte Tenchia, Pian delle Streghe).

L’edificio religioso che si vede sulla sinistra è la chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo (Pieve di San Martino) che risale alla fine del 1600. Poco oltre, nella piazza principale, sono presenti dieci mosaici a soggetto religioso: fanno parte del progetto “Cercivento: una Bibbia a cielo aperto”. Altre opere del progetto, iniziato nel 2011, sono visibili a Cercivento di Sopra e di Sotto.

A questo punto, non si può sbagliare: per quanto stretta e ricca di curve, la strada ci porta, in circa 10km, alla meta. Il tratto va percorso con cautela anche a causa del manto stradale (qualche buca ogni tanto) e per la presenza di erba alta ai bordi e foglie secche che nascondono eventuali insidie. In alcuni punti, gestire due veicoli può risultare alquanto disagevole.

Ma siamo arrivati a quota 1.524m. La strada costeggia numerose baite ristrutturate, deliziose a vedersi. Altro che Pian delle Streghe.. qui sembra di essere a Pian delle Fate!

Proprio verso le ultime costruzioni, in presenza di un tornante, finisce l’asfalto e si cerca un posto dove sistemare l’automobile senza ingombrare troppo (non vi sono parcheggi).

Panorama dal Pian delle Streghe

Una delle numerose (e graziose) baite


Le Streghe del Tenchia

Ovviamente il nome Pian delle Streghe ha una sua origine.. e guarda caso si parla di streghe! Nel lontano passato, sulle pendici del Monte Tenchia non esistevano le tipiche costruzioni di montagna usate per l’alpeggio o per la fienazione, in quanto durante la notte sul monte si riunivano le streghe.. per sapere come mai oggi non ci sono più, vi rimando all’interessante blog dello scrittore Igino Putti, alla voce Le Streghe del Tenchia.

Rime Nuove

Durante un soggiorno in Carnia Giosuè Carducci venne a conoscenza delle leggende sul Monte Tenchia e ne inserì una sua versione nella poesia “In Carnia”. La poesia fa parte della raccolta “Rime Nuove”; è collocata nel III Libro, subito dopo la famosissima “San Martino”.

Meeting sul Tenchia


 Da Pian delle Streghe al Tenchia

Lasciata la vettura qualche centinaio di metri prima della fine dell’asfalto, ci mettiamo gli scarponi e gli zaini ed iniziamo a percorrere la larga carrareccia.

Dopo circa mezzo chilometro, dalla destra sale il Sentiero CAI 154 che da Cercivento arriva sino al Monte Crostis. Individuata a sinistra la traccia del sentiero, lasciamo la comoda strada forestale.

Incrocio con il Sentiero CAI (tabella a destra)

Verso la Valle del But

La strada forestale ci avrebbe comunque condotti sulla dorsale, ma con un percorso parecchio più lungo; la percorreremo al ritorno, in relax.

Il Sentiero CAI 154 si inerpica decisamente in mezzo all’erba alta e secca. In un chilometro passiamo da quota 1.558m a quota 1.802, superando un dislivello di 244m. Ma è un chilometro sofferto; oltre a tutto, la pressione bassa non ha aiutato molto.

Dopo un primo tratto con modeste curve, nella seconda parte vi sono anche dei tornanti. Però ben presto vediamo un puntino in cima all’erta, che poco alla volta assume le connotazioni di una costruzione.. è il culmine della salita, dove ci raccorderemo nuovamente alla strada forestale.

La salita è decisa!

..si vede la fine dell’erta

Molto lentamente la meta si avvicina.. le cagnolone vanno su e giù apparentemente senza sforzo, ma io mi concentro sui passi, senza per il momento ammirare il panorama che si sta aprendo alle spalle.

La baita privata che ci accoglie alla fine di questa faticata è adorabile e gode di una vista spettacolare.

..finalmemte!

Il Monte Tenchia è praticamente sopra di noi, mancano solo una trentina di metri di dislivello.

Vista l’ora e per fare una pausa dopo questa salitina, scegliamo di consumare il nostro pranzo al sacco godendo di questa bellissima vista.

Il Monte Tamai

 Monte Tenchia

Il Monte Tenchia (1.840m) fa parte di una dorsale con cime erbose che parte dal Monte Crostis (2.251m) e proseguendo verso est termina con il Pizzo del Corvo (1.945m). Altre cime della dorsale, da ovest ad est, sono il Monte Coventas (2.035m, tra la Sella Bioichia sopra Rigolato ed il Crostis), il Neval (2.071m), il Pezzacul (2.176m), il Piz de Mede (2.154m), il Cimone di Crasulina (2.104m) ed il Zoufplan (2.001m); un po’ separato, a nord del Cimone, il Monte Terzo (2.034m).

Il Monte Terzo è raggiungibile da Timau o da Paluzza, magari effettuando un percorso ad anello che tocchi anche Malga Lavareit (dove, proprio volendo, si può arrivare con l’automobile).. ne parleremo un’altra volta.

La dorsale Crostis - Tenchia

Il Monte Crostis fa parte del percorso denominato “panoramica delle vette”, un itinerario di 35km che collega Comeglians a Ravascletto. Con tratti su asfalto e sterrato, è percorribile anche con auto e moto (però può capitare di trovare tratti chiusi) e bici (gettonatissima.. una parte era stata scelta per il Giro d’Italia, ma poi non se ne fece nulla per motivi di sicurezza). È il percorso rotabile più alto della regione ed offre panorami mozzafiato.

Vista verso est tra il Tenchia ed il Pizzo del Corvo

Dal Tenchia ai Laghetti di Zoufplan

Riposati e rinvigoriti dal pranzo (soprattutto dal caffè!), abbiamo ripreso il percorso, con il sollievo di sapere che il “peggio” era fatto!

Ignorando il sentiero che alla nostra sinistra conduce alla vetta successiva, il Pizzo del Corvo, seguiamo la carrareccia che aggira il monte e ci porta alla sua estremità est. Il panorama si apre con una diversa vista: sulla destra, la dorsale che prosegue ininterrottamente offre una visione di tutta la sequenza di cime erbose sino al Cimone di Crasulina ed oltre sino al Crostis ed il Piz de Mede.. ma dietro al Cimone, una vetta rocciosa ed un po’ innevata attrae lo sguardo: sua maestà il Monte Coglians! Per chi non è della regione: il Monte Coglians è la più alta vetta del Friuli Venezia Giulia con 2.780m.

Ma in realtà non era il Coglians.. l'ho scoperto solo quando una gentile utente di Facebook mi ha segnalato l'errore.. un abbaglio dell'app oppure una lettura non corretta.. peccato!

Panorama della dorsale

La vetta dello Zoufplan

Continuamo a percorrere la strada forestale costeggiando dapprima il Zoufplan alla nostra destra. Incontriamo un cartello di divieto di transito.. viene quindi il dubbio che tutta la strada sia percorribile 😲 in quanto sinora non ne avevamo visti.

I laghetti sono sempre più visibili; lasciamo la carrareccia per seguire un sentierino sulla dorsale tra il Zoufplan ed il Cimone, sulle cui pendici ci fermiamo per ammirare ancora il panorama verso i monti ai confini con l'Austria.

Verso Monte Croce Carnico

Lungo la dorsale

Scendiamo poi verso la strada forestale (incontrando una piccola grotta), giungendo proprio una ventina di metri sopra i Laghetti di Zoufplan.

Il panorama dalla piccola grotta sopra i laghetti


I Laghetti di Zoufplan

La conca di origine glaciale ospita alcuni specchi d’acqua di forma più o meno regolare; tale simmetria dovrebbe essere causata dal modo in cui il ghiaccio ha “lavorato” sulle faglie sottostanti.

I Laghetti di Zoufplan non sono l’unica curiosità geologica di questa zona; ho trovato parecchi riferimenti alla “Discordanza Ercinica al Monte Zoufplan”, ma sinceramente per i non addetti ai lavori, questa terminologia suona a dir poco astrusa. Ho cercato di capire le particolarità morfologiche ma preferisco rimandare ai diversi siti per gli approfondimenti: Geoparco delle Alpi CarnicheDiscordanza Ercinica al Monte Zoufplan e Laghi Zoufplan.

Ammiriamo a lungo i laghetti e lo sfondo, ma senza scendere sino all’acqua per evitare dei tuffi da parte dei cani. Avremmo gradito un raggio di sole per questo splendido scenario.. sarà per la prossima volta: voglio vederli con il sole e l’erba verde (anche perché ho letto che la fioritura dell’arnica e di altre piante colorano i prati di giallo ed azzurro).

Purtroppo non possiamo proseguire: dobbiamo fare i conti con la luce che sta scemando. Quindi pensiamo al percorso per tornare all’automobile.

Laghetti di Zoufplan

Un po’ di vento crea increspature sul laghetto


Uno dei piccoli
 

Dai Laghetti di Zoupflan al Pian delle Streghe

Per il ritorno, abbiamo optato per un percorso diverso.. quindi, tagliare lungo i sentieri dove avevamo seguito la carrareccia e viceversa.

..iniziamo il rientro, dapprima sulla forestale 

Per una prima tratta, abbiamo ripercorso la strada forestale per circa 1km per poi prendere una traccia sulla destra che ci ha condotti sul Pizzo del Corvo e poi in rapida discesa nuovamente sulla carrareccia, proprio sotto al Tenchia.

Il percorso della carrareccia è ben visibile dall’alto

A questo punto, abbiamo seguito solo la comoda forestale. Dopo 1km, siamo arrivati ad un bivio sotto l’ennesima costruzione con antenne (indicazioni di zona militare).

Ancora antenne!

Sul Jof di Montasio c’è il sole!

Visibile sulle rocce l’indicazione verso sinistra per la malga Zoufplan Bassa, a quota 1.671m, aperta nel periodo estivo. Ma noi continuiamo sulla carrareccia che percorriamo in discesa per 2km sino ad arrivare all’inizio della strada asfaltata.

Un ultimo bellissimo scorcio

Da qui, superate un paio di baite, in qualche centinaio di metri siamo poi giunti al parcheggio.

Praticamente arrivati..

 Riepilogo

Il percorso è stato di 11,4km, con 460m di dislivello in salita e 450m in discesa. Soste incluse, 5h abbondanti.

Itinerario non difficile, a parte la fatica sul Sentiero CAI 154 nella prima parte. Punti d’acqua non presenti.

File .gpx


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