Ep. 56: 18 dicembre 2022 - Carsovagando: Monte San Primo

 Uno sguardo sul golfo

Tempo fresco, ma finalmente il sole ☀️ approfitto di un paio d’ore per una piccola gita, forse l’ultima dell’anno.

Non avendo molto tempo, la meta doveva giocoforza essere vicina a casa e con un percorso non troppo lungo; ho optato per la Vedetta Slataper sul Monte San Primo.

La Vedetta Slataper

Come arrivare

La via più breve parte dall’abitato di Santa Croce (Kriz, con la “pipetta” sulla z.. la mia tastiera non lo permette 🙁) dietro la vecchia chiesetta di San Rocco, una comoda strada asfaltata che termina proprio alla vedetta.

Noi ci siamo recati nel paese di Prosecco, dove abbiamo parcheggiato nei pressi del Monastero di San Cipriano. La struttura religiosa, inaugurata nel 2012, ospita le suore di clausura trasferitesi dall’omonimo monastero situato nel centro cittadino.

Da qui, abbiamo cercato il Sentiero CAI 1 per iniziare la passeggiata. In realtà, abbiamo poi parcheggiato più avanti, per evitare di fare a piedi un tratto di strada non asfaltata con notevoli buche, che in caso di pioggia diventano delle piccole fangose piscine: con il cane, meglio evitarle!

L’inizio del nostro percorso


Da Prosecco al Monte San Primo

Dal piazzale, troviamo subito un largo sentiero e le indicazioni del Parco del Campo di Addestramento Militare di Prosecco.

Il Sentiero CAI 1, pur attraversando il Carso, parte dal mare ed arriva al mare. Con un percorso di 63km ed un dislivello di 1.680m, va da San Bartolomeo (Muggia, al confine con la Slovenia) sino alle foci del Timavo, nei pressi del caratteristico Villaggio del Pescatore.

Il Sentiero CAI 1 fa parte della Via Alpina, una rete di 5 itinerari che attraversano 8 paesi (5.000km complessivi) e si ricongiungono tutti nel paese di Oberstdorf in Germania. Il tratto che stiamo percorrendo è l’Itinerario Giallo, da Trieste sino alla Baviera.

Il CAI 1 fa anche parte dell’Alpe Adria Trail, un itinerario che dal Grossglockner in Austria arriva sino a Muggia.

Ma noi seguiamo questo comodo percorso solo per un centinaio di metri, imboccando il primo sentiero a sinistra che ci conduce poco alla volta sul costone sopra il mare. Siamo a 500m dalla partenza.

Arrivati sul costone

Da qui, percorriamo il sentiero che offre numerosi scorci verso la città, il Castello di Miramare e la baia di Grignano.

La Baia di Grignano ed il Castello di Miramare

Continuiamo a seguire i saliscendi del sentiero per circa 900m prima di svoltare a destra; abbiamo ignorato tutte le altre possibili deviazioni, ma è ora di abbandonare il costone per evitare di scendere troppo.

Ancora uno sguardo dal costone

Scendiamo nel bosco e subito dopo una radura, incontriamo nuovamente il sentiero principale. Attraversiamo la “Pista del Ciuffo” (che scende decisamente) e ricominciamo a salire dolcemente.

Dopo un tratto tra gli alberi (visibili i resti di alcune postazioni della seconda guerra mondiale), il sentiero si riaffaccia sul mare ed il panorama si apre sino a giungere al piazzale dove sorge la vedetta. Dalla partenza, abbiamo percorso 2,6km.

L’arrivo alla vedetta


Monte San Primo

Sul Monte San Primo (Sveti Primoz, sempre con la “pipetta” sulla zeta), 278m, sorge la Vedetta di Monte San Primo, dedicata a Scipio Slataper.

Da Carso Segreto (come sempre impagabile fonte di informazioni): la vedetta è stata edificata nel 1956 (diamine.. la vedetta ed io siamo cootenaei!) da una sezione del Genio Civile denominata Se.L.A.D., ovvero Sezione Lavoro Assitenza Disocuppati creata dal Governo Militare Alleato nel dopoguerra (erogazione di un’indennità di disoccupazione a patto di prestare servizio per lavori pubblici).

Sullo stesso luogo sorgeva nel passato una struttura più semplice utilizzata per l’avvistamento dei tonni (se avete cliccato su Santa Croce qualche riga sopra, saprete che il piccolo borgo carsico era un villaggio di pescatori!) ed ho trovato delle tracce riguardo ad una chiesetta dedicata a San Primo, i cui resti erano ancora visibili agli inizi del novecento.

La targa sulla vedetta

La vedetta

Del Castelliere di Monte San Primo non rimane molto: lavori di vario genere hanno accelerato il processo di decadimento del sito.

Il castelliere non era molto grande; è stata stimata una larghezza di una trentina di metri per poco meno di 100 di lunghezza. La cinta era di forma semicircolare, in quanto il pendio ad ovest creava una difesa naturale.


Il Castello di Miramare dalla Vedetta


Le Vedette del Carso Triestino

Le vedette del Carso Triestino furono una “moda” della fine dell’ottocento: costruzioni anche pregevoli edificate in punti particolarmente panoramici, ovvero verso la Val Rosandra oppure sul ciglione carsico verso il mare.

Per lo più furono smantellate nel corso della prima (e della seconda) guerra mondiale per motivi militari e ricostruite negli anni successivi.

Verso la Val Rosandra troviamo la Vedetta di Crogole (Monte Carso), la Vedetta di Moccò e la Vedetta di San Lorenzo.

Verso il mare: la Vedetta Alice (ricostruita a pochi metri da quella originaria), la Vedetta Italia (originariamente Vedetta del Giubileo, successivamente ribattezzata; distrutta nella seconda guerra mondiale e ricostruita) e la Vedetta Slataper. Presso Opicina (zona Obelisco) esisteva anche la Vedetta Ortensia: l’unica che - distrutta nel corso della prima guerra mondiale - non fu ricostruita.

A quelle verso il mare si sono aggiunte nel 1985 la Vedetta Liburnia (in origine una torre piezometrica “adattata” a vedetta ed attualmente inagibile) e la Vedetta Tiziana Weiss (in realtà un belvedere).

Chissà se anche il Castelliere aveva una vedetta..

Dal Monte San Primo alla Grotta di Priamo

Dopo una sosta per ammirare il panorama (una leggera foschia impediva di vedere i monti da un lato e la costa istriana dall’altro), abbiamo lasciaro la vedetta, prendendo il sentiero che si addentra direttamente nel bosco. Il tracciato in discesa porta in 420m ad incrociare il più largo Sentiero CAI 6; svoltiamo a destra e proseguiamo.

Incrocio con il Sentiero CAI 6

Il Sentiero CAI 6, lungo 3,5km, nasce e finisce nel Sentiero CAI 1, da Santa Croce al Bosco Fornace. Mentre il CAI 1 segue il costone, il CAI 6 percorre il bosco.

Una delle tante deviazioni possibili

Vi sono alcune pozze lungo il percorso.. e Petra le conosce tutte!

Dopo 1,5km arriviamo ad una sorta di incrocio alla fine del Bosco San Primo che offre più possibilità; noi scegliamo di proseguire dritti imboccando un sentierino che - con un percorso sinuoso - ci porta a raccordarci con il “solito” CAI 1.

Il Sentiero CAI 1

Svoltiamo a sinistra e procediamo per mezzo chilometro, sino ad arrivare alla Grotta di Priamo.


La Grotta di Priamo

La Grotta di Priamo (Jama pod Kravjakom) è lunga una quarantina di metri e scende per 15m; è visitabile a piedi senza alcuna difficoltà (attenzione però al fondo scivoloso).

Frequentata sicuramente nell’antichità per la comoda posizione, è stata riadattata come ricovero militare nel corso della prima guerra mondiale.

Oltre ad altri nomi, la cavità è conosciuta anche come Grotta della Mandibola, per il ritrovamento - nel tratto finale - di una mandibola umana di incerta datazione.

Grotta di Priamo

La Grotta di Priamo è la prima stazione del Park 97un itinerario all’interno del Bosco Fornace che conduce alla visita di una serie di strutture edificate nel corso della Prima Guerra Mondiale come campo di addestramento dagli austroungarici. Il museo all’aria aperta prende il nome dal 97simo Reggimento, formato da reclute provenienti dalle zone circostanti, che lo utilizzò per primo.

Stazione 1 del Park 97

Dalla Grotta di Priamo a Prosecco

Lasciata la grotta, non abbiamo fatto altro che proseguire lungo il comodo sentiero.

..sempre sul Sentiero CAI 1

Dopo poco più di 300m abbiamo incontrato il sentierino preso all’andata; da quel punto, in 120m, abbiamo raggiunto lo spiazzo dove avevamo parcheggiato l’automobile.

Il parcheggio è in vista..



Riepilogo

In totale, abbiamo percorso 5,61km con 60m di dislivello in salita ed in discesa; abbiamo impiegato 2h23 incluse le soste (tempo teorico 1h46).

File .gpx


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