Ep. 49: 26 ottobre 2022 - Carsovagando: Monte Orsario

 Sul monte dell’orso

Il Monte Orsario (Medvejak in sloveno) sorge all’interno dell’omonima riserva naturale sul Carso triestino. È un monte vicino a casa, sul quale sono andato parecchie volte e senza mai dedicarci un episodio.. è il momento di rimediare a questa mancanza!

Tra l’altro, per me e per Petra è un luogo del ❤️: qui abbiamo fatto la nostra prima gita (novembre 2015).

Monte Orsario: la nostra prima gita, Petra a cinque mesi e qualche giorno!

..il nostro primo selfie!

Come arrivare

Come per altre cime del Carso poste sulla linea di confine, l’approccio è possibile tanto dall’Italia che dalla Slovenia.

Parcheggiando ad Opicina (piccolo parcheggio per la Foiba di Monrupino) lungo la SP9 (Via di Monrupino) si trova la partenza del Sentiero CAI 43 che conduce sino alla cima del monte.

Molto spesso viene usato il parcheggio lungo la strada che collega Fernetti a Zolla (tabella informativa sulla destra arrivando da Fernetti), che si imbocca da Fernetti poco prima del confine (svoltare a sinistra).

Altro punto di partenza, sempre lungo la strada da Fernetti a Zolla, qualche centinaio di metri dopo il cavalcavia, quando il Sentiero CAI 3 abbandona la strada asfaltata per tornare nel bosco.

I più comuni punti di partenza


Dal parcheggio al Monte Orsario

Petra ed io abbiamo affinato negli anni un itinerario tutto nostro che permette un percorso ad anello.

Il punto di partenza è un piccolo parcheggio tra il Sentiero CAI 3 ed il CAI43 (tabella con indicazione del confine). Da qui abbiamo imboccato un sentiero non classificato che, dapprima in piano e poi con leggera salita, ci ha portato ad incontrare, dopo 750m e circa 50m di dislivello, il Sentiero CAI 3.


Il punto di partenza

Lungo il sentiero

Svoltando a sinistra abbiamo iniziato a seguirlo ma dopo poco, ad un bivio, abbiamo lasciato il CAI svoltando a destra.

Il nuovo sentiero procede in falsopiano puntando decisamente verso est; in breve raggiungiamo il territorio sloveno e continuiamo ancora. Percorso poco più di mezzo chilometro, quando abbiamo una dolina sulla destra ed un sentiero che scende sempre verso destra, dobbiamo prestare attenzione.. è il momento di imboccare un piccolo sentiero sulla sinistra che parte subito in salita!

In territorio sloveno

La “scorciatoia” per la vetta

È la parte più impegnativa del nostro piccolo anello: in 280m si supera un dislivello di 80m.. ma si arriva direttamente alla cima dell’Orsario!

..non manca molto, ma questo ammasso vale sempre una sosta!

La tenacia di questo piccolo pino è ammirevole!

Il Monte Orsario

Il Monte Orsario (Veliki Medvejak per distinguerlo dal Mali Medvejak, qualche chilometro ad est in territorio sloveno) è alto 475m e deve il suo nome (tanto in italiano quanto in sloveno) alla presenza dell’orso in questa zona.

I ruderi presenti erano delle casermette costruite poco prima della seconda guerra mondiale, poi abbandonate e lasciate andare in rovina. Prima sulla cima esisteva un grande tumulo nel quale furono rinvenuti alcuni oggetti preistorici (come in altre cavità della zona). Il tumulo si doveva presentare simile a quello tutt’oggi visibile sul Monte Cocusso.

Dalla sua cima, meglio ancora dalla vedetta, il panorama spazia dalla Slovenia sino al mare.. è consigliabile visitarlo in una giornata di sole!

Finalmente in cima!

Monte Orsario

La vedetta in legno

..forse è ora di andare..


Riserva Naturale del Monte Orsario

La Riserva Naturale del Monte Orsario è stata istuita dalla Regione nel 1996. Occupa un’area di 156 ettari, interamente nel Comune di Monrupino.

Oltre alla vegetazione tipica del Carso ed agli avvistamenti (sporadici) dello sciacallo dorato e dell’orso, la zona è caratterizzata dal fenomeno carsico di superficie dei “campi solcati”: rocce calcaree scavate dall’acqua con solchi molto particolari.

Assieme alla Riserva Naturale del Monte Lanaro, a qualche chilometro di distanza, la Riserva del Monte Orsario ha raggiunto da poco un non invidiabile primato.. infatti, a 25 (lo scrivo anche.. venticinque!) anni dalla sua istituzione è ancora priva di un regolamento!

Il regolamento di una riserva disciplina le diverse attività che si svolgono nel suo territorio: agricoltura, gestione dei boschi, pascolo degli animali, gestione della flora e della fauna, tutte le attività scientifiche, didattiche ed educative nonché quelle ricreative, sportive e turistiche, ma anche la circolazione dei mezzi a motore e le opere di natura idraulica ed eventualmente edilizia.. ci si salva solo a livello di attività venatoria, proibita a livello nazionale nelle aree protette.

Non ho gli strumenti né le conoscenze necessarie per avviare una polemica costruttiva, ma mi pare incredibile che la Regione - dopo tutto questo tempo - non si sia attivata per esercitare pressioni sugli enti che avrebbero dovuto provvedere! Opps.. nella legge istitutiva (Legge regionale 30 settembre 1996, n. 42) leggo - all’Articolo 51, comma 3 - che “L’Amministrazione regionale provvede agli adempimenti relativi alla formazione del PCS (Piano di Conservazione e Sviluppo) e del regolamento della Riserva..”.


Riserva Naturale del Monte Orsario



Dal Monte Orsario al parcheggio

Dopo una piccola sosta presso le casermette sotto la cima, abbiamo iniziato la discesa lungo il largo tracciato del Sentiero CAI 43. Di norma lo avrei evitato, ma in un tardo pomeriggio infrasettimanale contavo di non trovare persone in giro.

I ruderi delle casermette sotto la cima

Lungo il percorso, il primo bivio a sinistra “riceve” il CAI 3, il secondo sulla destra è un sentiero che arriva dalla Slovenia mentre il terzo bivio sulla sinistra vede separarsi nuovamente i percorsi del 3 (che prosegue verso Zolla) e del 43. Abbiamo preso quest’ultimo per il solo tratto che è stato “risparmiato” dall’allargamento.

Uno dei tanti ammassi di pietre solcate

In breve ci siamo ricongiunti alla carrareccia (avremmo potuto fare un piccolo anello dall’ultimo bivio) e da qui abbiamo proceduto sempre in discesa molto agevolmente.

Sentiero 43 “allargato”

Arrivati quasi alla strada, abbiamo fatto una piccola deviazione a sinistra per vedere una bella vasca naturale.. dopo le recenti piogge, era colma d’acqua. Petra rigorosamente al guinzaglio per evitare di arrivare a casa zuppi!

Un paio di foto e siamo ritornati sul sentiero principale.

Un.. cuore d’acqua!

Poco prima di arrivare sulla strada asfaltata, abbiamo nuovamente svoltato a sinistra seguendo una traccia ben marcata.. è un sentiero che ci conduce, paralleli alla strada, sino ad incontrare il primo sentiero preso all’andata e da questo in breve al parcheggio. Era ora: la luce si stava affievolendo sempre di più!

Ehi.. c’è nessuno?


The Movie











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